A partire dal 2023 entreranno in vigore i nuovi obblighi riguardanti i Bonus Edilizi: si renderà dunque necessaria la qualificazione SOA per lavorare nei cantieri del Superbonus. Tali provvedimenti, però, riguarderanno solo i lavori il cui importo supera i 516mila euro: lo prevede un emendamento al disegno di legge di conversione al Decreto “Ucraina” – “Taglia bollette” – Energia” (DL 21/2022), approvato dalle Commissioni Finanze e Industria del Senato.
Tra le associazioni imprenditoriali, dopo l’introduzione del nuovo obbligo sono emersi pareri contrastanti, suscitando sollievo e al tempo stesso malcontenti.
Obbligo qualificazione SOA per imprese: quali sono le fasi dell’attuazione
Dal 1º gennaio 2023, per ottenere il Superbonus e gli altri bonus edilizi, i lavori il cui importo supera i 516mila euro dovranno fare affidamento solo su imprese in possesso della qualificazione SOA. L’adempimento dell’obbligo si svolgerà in due fasi, garantendo così alle aziende senza qualificazione un periodo transitorio che consenta loro di aggiornarsi.
Le due fasi sono così articolate:
- Dal 1º gennaio 2023 al 30 giugno 2023 le imprese chiamate ad eseguire i lavori, al momento della sottoscrizione del contratto di appalto o subappalto, dovranno possedere la qualificazione SOA, prevista dall’articolo 84 del Codice Appalti o un contratto con uno degli organismi di attestazione, quest’ultimo finalizzato al rilascio dell’attestazione SOA.
- Dal 1º luglio 2023, tutti i lavori incentivati con il Superbonus e gli altri bonus edilizi potranno essere svolti solo da imprese che, al momento della sottoscrizione del contratto di appalto o subappalto, siano in possesso della qualificazione SOA.
Qualificazione SOA per limitare imprese improvvisate: non tutti sono d’accordo
La scelta di introdurre quest’obbligo di legge verte a porre un freno al fenomeno sempre più diffuso delle imprese improvvisate per approfittare degli incentivi statali. Tuttavia, tra le associazioni imprenditoriali le opinioni a riguardo sono contrastanti: se da alcuni viene considerata una garanzia di legalità, per altri rischia di escludere molte imprese dal mercato e oltretutto non sono sicuri della sua efficacia.
In forte accordo con l’introduzione del nuovo emendamento, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE). Secondo l’ANCE, l’obbligo di qualificazione per le imprese coinvolte in lavori finanziati con denaro pubblico rappresenta una garanzia di legalità, allontanando il rischio di frodi ai danni dello Stato. Inoltre, considera tale introduzione una valida alternativa ai vincoli alla cessione del credito.
Anaepa Confartigianato (Associazione Nazionale Artigiani dell’Edilizia, dei Decoratori, dei Pittori e Attività Affini) sembra essere di parere opposto, sottolineando come questa non sia la strada giusta né per contrastare il fenomeno delle frodi, né per raggiungere gli obiettivi di riqualificazione del patrimonio edilizio in un’ottica green. “Un inutile sbarramento burocratico al mercato delle riqualificazioni edili”, così viene definito l’obbligo di qualificazione SOA in vigore dal 1º gennaio 2023.
Per chi vale l’obbligo di qualificazione SOA?
Il nuovo obbligo di qualificazione SOA riguarderà le imprese coinvolte nei lavori durante l’ultimo anno dell’ecobonus, sismabonus e bonus ristrutturazioni, in scadenza il 31 dicembre 2024. Tuttavia, tale obbligo non andrà a inficiare il bonus facciate, in scadenza il 31 dicembre 2022.