La normativa sulle detrazioni fiscali riguardante gli interventi di riqualificazione energetica offre ai cittadini la possibilità di eseguire una cessione del credito, ma affinché la medesima possa concretizzarsi il mero sussistere di un legame familiare non è sufficiente.
È questo ciò che è emerso in modo inequivocabile a seguito di un interpello all’Agenzia delle Entrate eseguito da un cittadino, il quale chiedeva se la cessione del credito potesse eseguirsi gratuitamente da padre a figlio relativamente a un immobile in comproprietà tra il padre e lo zio.
Il legame parentale, a detta dell’Agenzia dell’Entrate, non legittima la cessione del credito, e in questo caso il cittadino che ha rivolto l’interpello ha egli stesso specificato di non aver avuto alcun collegamento con il rapporto che ha dato origine all’ottenimento degli incentivi.
Alla luce di questo, dunque, il punto su cui è necessario focalizzarsi è questo: affinché si possa verificare la cessione del credito, i soggetti tra cui avviene la cessione devono essere legati dal rapporto che ha dato origine, appunto, alla detrazione medesima.
Una specificazione preziosa è inoltre questa: affinché si possa fruire delle previste detrazioni, la locuzione “parti comuni di edificio” fa riferimento alle parti comuni di più unità immobiliari, e non a parti comuni appartenenti a più possessori.