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Il riscaldamento degli immobili è la prima fonte di inquinamento in Italia: urge riqualificare gli edifici

Riqualificare le abitazioni nell’ottica dell’efficienza energetica è fortemente opportuno per il bene dell’ambiente.

Troppo spesso si tende a considerare l’inquinamento correlato al riscaldamento domestico come un qualcosa di marginale, in realtà non è affatto così, anzi questa tipologia di inquinamento è una delle più temibili in assoluto.

Da questo punto di vista risultano emblematici i dati emersi da uno studio a cura dell’Osservatorio Autopromotec, il quale ha preso in considerazione 5 importanti città italiane quali Milano, Genova, Firenze, Parma e Perugia.

I risultati sono davvero altisonanti: in media, infatti, il 64,2% delle emissioni di CO2 nell’atmosfera è dovuto proprio a impianti termici, il 25,6% a processi produttivi di natura industriale e il restante 10,2% a sistemi di trasporto.

Per “impianti termici”, è utile specificarlo, si intendono impianti di edifici industriali, residenziali ed appartenenti alla Pubblica Amministrazione.

La città in cui questo tipo di inquinamento ha fatto registrare l’incidenza più cospicua è Milano, dove tocca addirittura quota 74%.

Dinanzi a dati così allarmanti è utile sottolineare la sfida lanciata da Legambiente, la quale pone come obiettivo la riqualificazione energetica di 30.000 edifici.

Riuscendo a riqualificare tanti edifici all’anno, infatti, si potrebbero evitare emissioni nell’atmosfera per 840.000 tonnellate di CO2, è evidente dunque che il ritorno a livello ambientale sarebbe enorme.

Parallelamente al rispetto dell’ambiente, inoltre, simili processi di efficientamento energetico riuscirebbero a garantire anche colossali risparmi economici, quantificati in 400 milioni di euro su base annua.

Alla luce di questo, dunque, la famiglia che vive in un’abitazione efficiente sul piano energetico riuscirebbe a risparmiare 620 euro l’anno, una cifra tutt’altro che indifferente.

La situazione italiana relativa all’efficienza energetica degli immobili, purtroppo, non è rosea.

Sono 1,2 milioni, infatti, gli edifici che avrebbero bisogno di una riqualificazione mirata; il 16% degli edifici dovrebbe essere riqualificato in modo molto profondo in quanto si tratta di costruzioni costruite nel dopoguerra, dunque assolutamente obsolete da questo punto di vista, l’82% si compone invece di costruzioni edificate prima dell’entrata in vigore della legge 10/91 sull’efficienza energetica.

Come ha sottolineato Katiuscia Eroe di Legambiente, responsabile dell’ufficio energia, gli incentivi economici non mancano, ma sarebbe opportuno realizzare una strategia più chiara per poter raggiungere quest’importantissimo obiettivo di riqualificazione energetica degli immobili italiani, prezioso sia per le singole famiglie che per la collettività.

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