L’applicazione delle direttive europee 2009/125/CE e 2010/30/CE rientra nell’ambito del cosiddetto “pacchetto clima”, grazie al quale l’Unione Europea si prefigge di ridurre del 20% le emissioni di CO2 nell’atmosfera e di aumentare nella medesima percentuale l’efficienza energetica e l’energia prodotta da fonti rinnovabili.
Nel 2020 l’introduzione di queste nuove direttive potrebbe garantire dei risparmi energetici davvero altisonanti, paragonabili a quelli che potrebbero essere prodotti nell’arco di un anno da ben 47 reattori nucleari di medie dimensioni.
Alle direttive in questione ha fatto seguito la pubblicazione di alcuni regolamenti, nello specifico dei regolamenti n. 811, 812, 813 e 814 del 2013 dedicati all’etichettatura energetica e alla progettazione ecocompatibile degli apparecchi per il riscaldamento e per la produzione di acqua calda sanitaria.
A seguito del 26 settembre 2015 non è più possibile produrre caldaie a tiraggio forzato, inoltre è divenuto vigente l’obbligo di dotare i dispositivi di un’apposita etichetta energetica.
Una data altrettanto importante è quella, ben più recente, del 28 settembre 2018: a seguito della medesima infatti le emissioni di ossidi di azoto da parte dei dispositivi devono risultare inferiori a 56 mg/kWh per le caldaie che impiegano combustibili gassosi e a 120 mg/kWh per quelle che utilizzano combustibili liquidi.
Nel mese di agosto 2019, infine, verranno tagliati fuori definitivamente i dispositivi con un’efficienza energetica scarsa, di conseguenza si potranno commerciale esclusivamente modelli dalla classe A+++ fino a quella D.
Gli incentivi fiscali attualmente vigenti possono rappresentare un’ottima occasione per rimodernare i propri dispositivi di riscaldamento.
In Italia d’altronde sono davvero moltissime le abitazioni che necessitano di simili interventi di riqualificazione, basti pensare infatti che ben il 36,6% delle abitazioni presenti sul territorio nazionale ha oltre 40 anni di età.