Lo scaldabagno è un elettrodomestico fondamentale per poter godere del dovuto comfort nella propria abitazione, questo dispositivo ha infatti il compito di riscaldare l’acqua che sarà poi utilizzata in ambito domestico, in ogni condizione climatica.
Se uno scaldabagno si guasta, dunque, il disagio non è da poco e bisogna rimediare tempestivamente, soprattutto se il malfunzionamento si verifica nei mesi più freddi dell’anno.
Ma quando potrebbe, invece, arrivare il momento di sostituire lo scaldabagno?
Come si può intuire, non esiste una risposta univoca a questa domanda e ogni singolo caso andrebbe valutato singolarmente. Tuttavia ci sono sicuramente alcuni aspetti che non possono essere sottovalutati e che possono essere indicativi del fatto che è ormai arrivato il momento di cambiare modello.
Andiamo a scoprire i più importanti.
Cambiare lo scaldabagno quando si è superata l’età “fisiologica”
Il primo aspetto da considerare, probabilmente quello più ovvio, è quello relativo all’età del dispositivo.
Uno scaldabagno, di norma, è in grado di funzionare per circa 15-20 anni, dopodiché va incontro ad un inevitabile declino: se si possiede il dispositivo da un lasso temporale così ampio, dunque, in caso di guasto potrebbe essere preferibile evitare riparazioni, optando piuttosto per la sostituzione.
La tecnologia dello scaldabagno è ormai troppo obsoleta
Se si possiede uno scaldabagno da ormai 15 anni o più, bisogna tenere in considerazione anche un ulteriore aspetto, tutt’altro che trascurabile, ovvero il fatto che in un lasso temporale così lungo le innovazioni tecnologiche non possono che essere cospicue.
Gli scaldabagni odierni, infatti, presentano caratteristiche completamente diverse rispetto a quelli di quindici anni fa e, come si può immaginare, sanno assicurare un’efficienza energetica notevolmente più elevata.
Se il proprio scaldabagno è così obsoleto, e se manifesta anche delle pecche di funzionamento, sostituirlo può essere la scelta più opportuna anche per ridurre in maniera cospicua i consumi domestici, dunque può essere l’opzione migliore anche in un’ottica di puro investimento economico.
Sostituire lo scaldaacqua quando si nota un anomalo aumento dei consumi
Strettamente correlato a quanto abbiamo appena detto è il fatto che il vecchio scaldabagno inizi ad implicare dei consumi energetici eccessivi, superiori a quelli che lo contraddistinguevano in passato.
Se si riscontrano situazioni simili, è evidente che lo scaldabagno aspetta solo di “andare in pensione” e acquistarne uno nuovo, anche se comporta una spesa, può garantire un notevole risparmio in un’ottica di lungo periodo.
L’acqua non viene più riscaldata in maniera adeguata
Un altro campanello d’allarme tipico degli scaldabagni ormai meritevoli di sostituzione è il fatto che non riescano più a riscaldare l’acqua come facevano un tempo.
Se i dispositivi sono utilizzati come si è sempre stati abituati a fare, e se al contempo ci si ritrova spesso a dover fare la doccia con un’acqua meno calda del solito, il guasto potrebbe essere serio e provvedere alla riparazione risultare quindi meno conveniente che comprare un modello nuovo.
Quando sono richieste più riparazioni è il momento di cambiare lo scaldabagno
Se uno scaldabagno ormai datato richiede più riparazioni nell’arco di un anno, magari relative ad aspetti tecnici diversi, potrebbe essere arrivato il momento di sostituirlo.
Ogni riparazione, ovviamente, ha dei costi, e se si considera anche che un modello di ultima generazione consentirebbe di ridurre in maniera importante i consumi energetici, si può ben comprendere perché acquistare un nuovo scaldabagno sia la soluzione più conveniente.
Si riscontrano importanti quantità di ruggine
Se si nota della ruggine sulla superficie esterna dello scaldabagno, o se, ancor peggio, l’idraulico ne individua importanti quantità all’interno, porre rimedio diventa davvero molto difficile.
La corrosione del metallo, infatti, è un problema destinato a influire non poco sull’efficacia del dispositivo, e in questi casi eseguire una riparazione può essere davvero molto difficile.
Se il dispositivo risulta compromesso, dunque, è molto meglio comprarne uno nuovo; a questo riguardo è utile ricordare che per ritardare il più possibile la formazione di ruggine al suo interno è utile sostituire con la dovuta periodicità (indicativamente ogni 2 o 3 anni), l’anodo catodico.
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