Solare fotovoltaico e solare termico sono due tecnologie che meritano assolutamente di essere valorizzate, sia perché possono rendere molto più efficiente un immobile dal punto di vista energetico e sia perché sono ecologiche, dunque contribuiscono non poco a ridurre l’impatto ambientale.
Secondo un recente rapporto statistico chiamato “Solare fotovoltaico”, curato da GSE, Gestore dei Servizi Energetici, nel 2022 risultavano installati in Italia 1.225.431 impianti fotovoltaici e circa 100.000 impianti solari termici, cifre importanti, sicuramente, ma per le quali si auspica una crescita, soprattutto in considerazione delle stringenti disposizioni “green” che giungono dall’Unione Europea.
Fotovoltaico e solare termico: le differenze tra le due tecnologie
Come noto, entrambe le tecnologie sfruttano l’irraggiamento solare, tuttavia rispondono ad esigenze differenti: il solare termico viene adoperato per produrre riscaldamento o acqua calda sanitaria, mentre il solare fotovoltaico per produrre energia elettrica.
Ebbene, le potenzialità di entrambe le tecnologie possono convivere in dei sistemi di ultima generazione, basati sull’installazione di collettori termici fotovoltaici, denominati anche collettori solari ibridi o PVT.
Andiamo a scoprire di cosa si tratta.
Come sono strutturati i collettori solari ibridi
I collettori solari ibridi integrano celle solari fotovoltaiche in grado di convertire l’irraggiamento solare in elettricità, al contempo è presente, nella loro struttura, un collettore termico che trasferisce il calore residuo ad un fluido termovettore.
Secondo le stime, i collettori ibridi trasformano l’irraggiamento solare per il 21% in energia elettrica e per il restante 79% in calore; quel che è più utile sottolineare, ad ogni modo, è che la convivenza di queste due tecnologie nei medesimi sistemi li rende complessivamente più efficienti rispetto sistemi solari fotovoltaici e solari termici impiegati singolarmente.
La maggiore efficienza garantita da questi sistemi
Nei collettori solari ibridi la produzione di energia elettrica risulta superiore nelle diverse stagioni dell’anno: in estate, infatti, i pannelli sono raffreddati scambiando calore con il fluido del collettore, effettuando così una dispersione del calore che altrimenti ridurrebbe l’efficienza di conversione fotovoltaica.
In inverno invece, avendo delle temperature di funzionamento superiori rispetto a quelle di un sistema a tecnologia singola, favoriscono lo scioglimento di neve e ghiaccio, massimizzando il tempo di effettivo funzionamento.
I “contro” di questa soluzione
Bisogna aggiungere che esistono anche dei punti di debolezza che devono essere tenuti in considerazione.
Anzitutto, se da un lato i sistemi complementari incrementano l’efficienza nella produzione di energia elettrica, dall’altro si riscontra una lieve riduzione dell’efficienza nella produzione di calore.
Gli impianti ibridi hanno inoltre un costo più elevato rispetto a quelli convenzionali, risulterebbe dunque più economico acquistare due impianti a sé stanti, anche se ciò potrebbe comportare delle difficoltà in fase di installazione, essendo necessario molto più spazio.
Bisogna considerare anche che optando per i sistemi separati, infine, il guasto dell’uno non comprometterebbe il regolare funzionamento dell’altro.
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