È stato pubblicato anche quest’anno, come è consuetudine dal 2005, il report Solar Heat Worldwide, nell’ambito del programma SHC di IEA, International Energy Agency.
Tale report fornisce una serie di interessanti dati relativi al settore del solare termico, andiamo dunque a scoprire quelli più interessanti.
Anzitutto, questo settore è stato protagonista di una crescita davvero esorbitante nell’arco degli ultimi due decenni: nel 2000, infatti, esso corrispondeva su scala globale ad una potenza complessiva di 62 GWt, ovvero 89 milioni di metri quadri, mentre nel 2023 ha toccato quota 560 GWt, cioè 800 milioni di metri quadri.
Nel 2022 risultavano attivi, nel mondo, 122 milioni di impianti solari, il settore ha registrato una crescita anche nel breve periodo, +3% tra 2022 e 2023, inoltre i risvolti sono stati notevoli anche dal punto di vista ambientale ed occupazionale.
Il ricorso al solare termico, infatti, ha evitato l’immissione nell’atmosfera di 158 milioni di tonnellate di anidride carbonica, nonché l’utilizzo di 49 milioni di tonnellate di petrolio; i lavoratori impiegati nel settore invece, secondo Solar Heat Worldwide 2024, sarebbero ben 345.000 (dato del 2022).
Il Paese che più di tutti influisce sugli importanti numeri registrati dal settore è senz’altro la Cina, dove il ricorso al solare termico è assolutamente massivo non solo a livello residenziale, ma anche in ambito industriale.
In Europa primeggiano la Germania e la Turchia, sono comunque ragguardevoli le cifre dell’Italia, dove nel 2022 sono risultati essere in esercizio oltre 5 milioni di metri quadri per una potenza complessiva di 3.766 MWt; per quanto riguarda le nazioni dove il solare termico si è maggiormente diffuso negli ultimi tempi, invece, si segnala l’India.
Solar Heat Worldwide 2024 fornisce anche un quadro relativo alle tipologie di solare termico maggiormente diffuse, e al primo posto su scala mondiale figurano i collettori sottovuoto, corrispondenti al 58,47% del totale, seguiti dai collettori piani con il 33,6%.
Circoscrivendo tali dati alla sola Europa, invece, primeggiano i collettori piani, corrispondendo ben al 72% del totale.
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