L’impianto di riscaldamento ad acqua può essere una soluzione molto interessante per provvedere al riscaldamento domestico, e molte persone hanno scelto di realizzare tale soluzione nella loro abitazione creando così un impianto autonomo, indipendente rispetto a quello condominiale.
A tale riguardo è utile ricordare che la riforma del condominio consente di realizzare un impianto autonomo come alternativa a quello centralizzato, a condizione che esso non comporti squilibri di funzionamento o aggravi di spesa a carico di altri condomini.
Gli impianti di riscaldamento ad acqua sanno rivelarsi molto efficienti, sono molto apprezzati per la loro estetica di pregio e riscaldano il contesto in modo uniforme ed impeccabile.
L’impianto ad acqua con radiatori è costituito da appositi tubi incassati a pavimento e a parete, all’interno di cui viene fatta circolare l’acqua riscaldata dal generatore.
Tali impianti possono essere distinti in circuiti a collettore e circuiti monotubo: i circuiti a collettore assicurano un riscaldamento di massima efficacia, ma un po’ invasivo a livello di posa in opera, quelli a monotubo invece necessitano di installazioni ben più semplici, ma per via delle loro caratteristiche funzionali l’ultimo radiatore risulta penalizzato.
Quanto alla potenza dei radiatori, per le abitazioni prive di pareti coibentate l’ideale è optare per modelli da 38 W/mc e da 45 W/mc per quel che riguarda il bagno, per abitazioni riqualificate sul piano energetico, invece, la potenza si può abbassare senza problemi a 30 W/mc e a 40 W/mc per il bagno.
Per quel che riguarda i materiali dei radiatori, la scelta è fondamentalmente tra alluminio ed acciaio.
L’alluminio è più costoso ma molto più rapido a scaldarsi e a raffreddarsi, è inoltre un metallo assai resistente e questa è una caratteristica molto positiva.
L’acciaio è analogamente rapido nello scaldarsi, ma tende a raffreddarsi in modo più lento, e lo spessore dei modelli di maggior qualità è di 1,5 mm.
Gli impianti di riscaldamento ad acqua possono prevedere diversi tipi di posa in opera, ovvero a pavimento, a parete o a soffitto.
Le installazioni sono compatibili con qualsiasi tipo di materiale per quel che riguarda pavimentazioni e rivestimenti, con la sola eccezione della moquette, la quale tende ad ostacolare la regolare propagazione del calore.
Ai radiatori è possibile associare due diverse tipologie di dispositivi, ovvero la valvola termostatica e il ripartitore.
La valvola termostatica è utile a regolare la temperatura di ogni ambiente adeguando il consumo energetico, dunque è molto preziosa per l’efficientamento, il ripartitore, noto anche come contabilizzatore, è invece uno strumento che consente di conoscere i consumi correlati ad ogni radiatore.
Le vigenti leggi prevedono che negli impianti autonomi la contabilizzazione sia a carico del condomino, e l’installazione di un ripartitore consente di adempiere a questo onere in modo tutt’altro che problematico.
Il funzionamento del ripartitore si basa su due sensori, l’uno installato a contatto con il radiatore e l’altro finalizzato alla rilevazione della temperatura ambientale, e grazie a tale dispositivo il condomino ha modo di pagare esclusivamente i suoi consumi effettivi.
Il calore può essere materialmente prodotto all’interno dell’abitazione dotata di impianto di riscaldamento ad acqua in diverse modalità, ovvero tramite una caldaia, tramite una pompa di calore, o anche utilizzando un termocamino o una termostufa.
La realizzazione di un impianto ad acqua sa dunque essere molto conveniente, e oltre a questo è interessante sottolineare che per realizzazioni simili è possibile usufruire di cospicui bonus fiscali garantiti dallo Stato.