Se nella nostra casa siamo liberi di gestire la climatizzazione come meglio ci pare, sul luogo di lavoro non sempre è così.
Questo non è un dettaglio da sottovalutare: se la climatizzazione non è confortevole, infatti, il benessere ne può risentire, anzi l’azione di tali dispositivi può divenire perfino fastidiosa.
A confermare che questa non sia affatto una piccolezza vi è il fatto che INAIL, Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, ha recentemente pubblicato un documento rivolto ai datori di lavoro e dedicato, appunto, ad un uso corretto della climatizzazione.
È proprio su datori di lavoro, infatti, che ricade questa responsabilità: è loro compito fare in modo che i lavoratori possano operare in modo sicuro e in un ambiente salubre.
Quali sono, dunque, i principali aspetti a cui prestare attenzione? Andiamo a scoprirlo.
Un’installazione corretta del climatizzatore, che eviti i getti diretti
Anzitutto, è importante che i climatizzatori siano installati in modo idoneo, dunque una climatizzazione ottimale passa in primis da una fase progettuale in cui nulla è lasciato al caso.
L’aspetto più importante, che viene rimarcato nelle raccomandazioni di INAIL, è il fatto che il getto d’aria non deve mai essere mai diretto sulla persona; ciò infatti, come noto, può rivelarsi molto fastidioso e può divenire causa di malanni.
In tale ottica, l’ente suggerisce di prediligere la climatizzazione a soffitto, che consente una distribuzione ottimale dell’aria evitando i getti diretti sulle postazioni.
Se, per motivi strutturali, delle postazioni dovessero essere inevitabilmente esposte in modo particolare al getto del climatizzatore, è necessario utilizzare degli schermi per deviare il flusso.
La regolazione della temperatura del condizionatore in ufficio: non superare i 7°C di differenza
Come deve essere regolata la climatizzazione nei luoghi di lavoro? Anche questo è un elemento molto interessante perché, se da un lato una climatizzazione insufficiente può rendere gli ambienti troppo caldi, e dunque poco confortevoli, dall’altro è importante che essa non sia esagerata.
Premesso che, ovviamente, la sensazione di comfort è del tutto soggettiva, può essere una buona regola quella di impostare i climatizzatori ad una temperatura che non sia inferiore di oltre 7°C rispetto a quella esterna.
La regolare manutenzione dei dispositivi è fondamentale
Affinché la climatizzazione possa essere considerata salubre, inoltre, è fondamentale che tutti i dispositivi siano oggetto di manutenzione regolare; un consiglio, questo, che può assolutamente essere esteso anche alla climatizzazione domestica.
I rischi legati all’utilizzo di climatizzatori gestiti in maniera non ottimale sono molteplici: in assenza delle dovute pulizie periodiche, ad esempio, i filtri potrebbero divenire un ambiente favorevole alla proliferazione di batteri e muffe, che potrebbero così esser diffusi nell’aria.
Anche l’unità esterna merita, in tal senso, la dovuta attenzione: accumulando detriti, infatti, essa potrebbe non solo compromettere il funzionamento del sistema, ma anche implicare dei rischi di natura igienica.
Formare il personale nella gestione dei climatizzatori
Infine, è importante che il personale sia adeguatamente formato per quel che riguarda la corretta gestione dei climatizzatori.
I lavoratori, dunque, non devono poter semplicemente accendere o spegnere i dispositivi, ma devono poterli amministrare a 360 gradi; una prerogativa, questa, utilissima non solo per proteggere il loro benessere, ma anche per evitare gli sprechi energetici.
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