L’utilizzo dell’idrogeno per l’alimentazione delle caldaie può rivelarsi una frontiera molto interessante nell’ottica dell’ecosostenibilità, e sono in molti a ritenere che sia questa la principale strada da percorrere.
L’intera Unione Europea, d’altronde, ha avviato un processo di decarbonizzazione che richiederà dei cambiamenti molto importanti negli anni a venire, che riguarderanno, sicuramente, anche le modalità con cui vengono riscaldate le abitazioni e tutti gli altri ambienti indoor.
I vantaggi garantiti dall’idrogeno
L’idrogeno, appunto, è una soluzione meritevole di grande attenzione perché profondamente rispettosa dell’ambiente, e un ulteriore ed importante punto di forza è rappresentato dalla sua versatilità produttiva.
Esso, infatti, può essere generato da fonti diverse. Proprio per questo vengono distinte diverse tipologie di idrogeno, tutte utilizzabili con successo per il funzionamento delle caldaie.
Tra i più comuni è possibile citare l’idrogeno grigio, che deriva dal metano e che è prodotto tramite il cosiddetto processo di “steam reforming”, l’idrogeno blu, derivante da gas metano e carbone, e l’idrogeno verde che, come si può intuire dal nome, deriva interamente da fonti di energia rinnovabile.
Le criticità legate all’uso dell’idrogeno
I vantaggi legati all’uso dell’idrogeno, dunque, non sono da poco, ma purtroppo sussistono anche degli ostacoli che, ad oggi, ne rendono complicata la diffusione.
Sia il trasporto dell’idrogeno che il relativo stoccaggio, infatti, presentano dei costi importanti, e considerando che il settore energetico italiano è ancora fortemente incentrato sull’uso di gas naturale, ciò richiederebbe degli ammodernamenti infrastrutturali molto profondi ed onerosi.
Non bisogna inoltre trascurare un altro aspetto, ovvero l’elevata infiammabilità dell’idrogeno, che rende necessarie accortezze specifiche, soprattutto per quel che riguarda gli utilizzi residenziali.
Sulla base di quanto detto, una “via” molto interessante che potrebbe favorire in modo agevole il diffondersi dell’idrogeno potrebbe essere il ricorso ai sistemi Hydrogen Ready. Andiamo a scoprire di cosa si tratta.
Cosa sono i sistemi Hydrogen Ready
I sistemi Hydrogen Ready si basano, sostanzialmente, su un uso combinato di idrogeno e gas naturale, in cui l’idrogeno, in genere, non supera il 20% del totale; essi, ad ogni modo, mantengono piena compatibilità con l’utilizzo del solo metano.
A questo riguardo è interessante sottolineare che, nel febbraio 2022, è stata pubblicata una norma, ovvero la specifica tecnica UNI/TS 11854, che definisce requisiti e procedure di prova per i generatori di calore alimentati, appunto, con miscele di gas naturale e idrogeno fino al 20% del volume totale.
Sviluppata dalla Commissione Riscaldamento del CIG, introduce nuovi gas limite di prova e rappresenta così il riferimento unico, a livello nazionale, per la progettazione e la verifica delle caldaie.
Ecosostenibilità ed efficienza senza grandi ammodernamenti infrastrutturali
Le caldaie Hydrogen Ready, come si diceva, possono essere considerate un primo ed importante passo verso la transizione energetica: il loro utilizzo, infatti, assicura una notevole riduzione delle emissioni di CO2, senza che debbano essere compiuti dei grandi ammodernamenti delle infrastrutture di distribuzione.
Sia il bruciatore che il sistema di controllo della fiamma delle caldaie Hydrogen Ready sono dotati di tecnologie avanzate, che assicurano non solo ecosostenibilità, ma anche un’ottima efficienza.
Se vuoi saperne di più, chiedi a Baldina: ti consigliamo le migliori soluzioni per installare la tua prossima caldaia a Varese, Como, Novara, Milano e province.


