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Superbonus 110%: CNI traccia un bilancio tra spesa statale ed effetti positivi

Il Superbonus 110% è stato, ed è ancora oggi, sebbene con alcune variazioni, un incentivo statale di grande successo, e non potrebbe essere altrimenti, essendo così conveniente per il contribuente.

Questo bonus è nato nell’agosto del 2020 e, in virtù della recente proroga, continua ad essere disponibile; dinanzi ad un lasso temporale così ampio, tuttavia, è possibile tracciare dei bilanci.

Il bilancio sull’utilizzo del Superbonus 110%

È proprio questo ciò che ha fatto il Centro Studi CNI, prendendo in analisi le statistiche relative al periodo intercorso tra la nascita del bonus, ovvero appunto l’agosto del 2020, e il 30 novembre 2022.

Anzitutto, è stato rilevato che in tale lasso temporale gli interventi di risparmio energetico degli edifici hanno toccato quota 58,1 miliardi di euro, con una spesa che, tra il 2021 e il 2022, è addirittura triplicata.

È sicuramente molto elevata la cifra corrispondente al valore di detrazioni a carico dello Stato, ammontando a quasi 64 miliardi di euro, tuttavia, secondo CNI, è opportuno non considerare questa cifra come fine a sé stessa, dal momento che i risvolti positivi non sono di certo mancati.

Anzitutto, va considerato che il Superbonus ha attivato una produzione diretta di oltre 84 miliardi di euro tra comparto costruzioni ed indotto, mentre la produzione totale raggiunge quota 122 miliardi.

Sono state 900.000 le unità di lavoro impegnate, di cui 616.000 appartenenti ai settori costruzioni, servizi tecnici ed indotto, generando un valore aggiunto totale di 52 miliardi di euro.

Spese ed effettivi negativi

Il gettito fiscale, inoltre, è stato pari a 24 miliardi di euro, cifra che sottratta dalla spesa statale porta questa su un livello più basso, di poco superiore ai 39 miliardi; considerando invece il gettito fiscale derivante dall’intera produzione, il costo per lo Stato scenderebbe a 18 miliardi.

Proprio per questo motivo, dunque, CNI ritiene che Superbonus non dovrebbe essere considerato una spesa eccessiva per lo Stato, ma bisognerebbe appunto effettuare un’analisi a più ampio raggio.

Ovviamente, non sono mancati anche gli aspetti negativi, su tutti le frodi, le quali non riguardano i lavori di riqualificazione, quanto piuttosto i meccanismi di cessione del credito.

Al 30 novembre 2022, infatti, la Guardia di Finanza ha effettuato sequestri correlati alla fruizione del Superbonus per 3,6 miliardi di euro,

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