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Accensione e spegnimento del riscaldamento: rese note le date 2018/2019

L’Italia è una nazione molto variegata dal punto di vista climatico, per cui le normative che disciplinano l’accensione e lo spegnimento del riscaldamento, nonché le ore di accensione giornaliere, vengono differenziate su base geografica.

La legge 10-1991 pone infatti dei limiti all’utilizzo del riscaldamento, in primis al fine di contenere le emissioni inquinanti, di conseguenza tutti i cittadini devono attenersi a quanto stabilito.

Vale in tutti i casi, ad ogni modo, la disposizione secondo cui in casa non si possano superare i 20 gradi, con una tolleranza di due gradi (sia positiva che negativa).

Ma quali sono le aree in cui il territorio italiano è suddiviso in relazione a tale legge?

Si distinguono esattamente 6 diverse zone, dalla zona A fino alla zona F, le quali si rivelano diverse l’una dall’altra anche in termini di ampiezza dei territori.

La zona A è la più piccola e include i comuni di Lampedusa, Porto Empedocle e Linosa, mentre la zona B abbraccia diverse province della Sicilia e della Calabria, nello specifico Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani.

Anche la zona C riguarda territori del Sud, coinvolgendo anche la Sardegna: nella medesima figurano infatti le province di Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto.

La zona D spazia da Nord a Sud e include numerose province, esattamente quelle di Genova, La Spezia, Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Pesaro, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Siena, Terni, Viterbo, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Foggia, Isernia, Matera, Nuoro, Pescara, Teramo e Vibo Valentia.

Sono prettamente dei territori del Nord, con alcune località del Centro Italia, quelli appartenenti alla zona E, nella quale figurano le province di Alessandria, Aosta, Asti, Bergamo, Biella, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bologna, Bolzano, Ferrara, Gorizia, Modena, Parma, Piacenza, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Treviso, Trieste, Udine, Venezia, Verona, Vicenza, Arezzo, Perugia, Frosinone, Rieti, Campobasso, Enna, L’Aquila e Potenza.

La zona F, infine, riguarda le sole province di Trento, Cuneo e Belluno.

Chiarito quali sono le diverse zone in cui il territorio italiano è suddiviso, possiamo ora presentare nel dettaglio le limitazioni previste dalla legge 10-1991.

Nella zona A l’accensione del riscaldamento è consentita dal giorno 1/12/2018, mentre lo spegnimento è previsto per il 12/3/2019, le ore di accensione giornaliere ammontano a 6 ore.Nella zona B l’accensione è analoga alla zona A, ma non lo spegnimento, il quale è previsto per il 31/3/2019; una differenza si individua anche circa le ore di accensione giornaliere, le quali ammontano a 8 ore.

Nella zona C il riscaldamento può essere acceso dal 15/11/2018 fino al 31/3/2019, con 10 ore di accensione giornaliere, nella zona D l’accensione è fissata al 1/11/2018 con spegnimento il 15/4/2019 e 12 ore di accensione giornaliera.

La zona E ha in comune con la zona D esclusivamente la data di spegnimento,  quanto all’accensione essa è prevista il 15/10/2018, inoltre le ore di accensione giornaliera sono 14.

La zona F, infine, è l’unica in cui non sussiste nessun tipo di limitazione, sia per quanto riguarda le date di accensione e spegnimento che relativamente alle ore di accensione giornaliere.

Per sapere quando sarà possibile accendere il riscaldamento e per quante ore al giorno, dunque, non bisogna fare altro che notare in quale delle 6 zone si colloca la propria provincia e consultare le disposizioni che la riguardano.

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