La Commissione Europea sembra intenzionata ad ammorbidire il divieto di vendita delle caldaie a gas, previsto per il 2029.
Tale disposizione dovrebbe restare attiva, ma con alcune eccezioni, dal momento che, sulla base di quanto affermato dalla Commissaria europea per l’Energia Kadri Simson, vi possono essere situazioni specifiche per cui l’installazione di caldaie alternative rispetto a quelle a gas potrebbe risultare complicato o molto costoso.
Kadri Simson ha evidenziato come le efficienti pompe di calore diverranno, a prescindere dal formato, la soluzione più conveniente in Europa entro il 2030, nonostante ciò, attualmente, i relativi costi di acquisto e di installazione risultano più alti rispetto alle classiche caldaie.
Il prezzo elevato può sicuramente rappresentare un freno alla diffusione delle pompe di calore, ma vi sono anche ulteriori aspetti da considerare, ad esempio il fatto che, in determinati casi, la relativa installazione può rivelarsi impossibile per ragioni tecniche e di spazio.
Sebbene tutto lascia immaginare che l’obiettivo fissato per il 2029 verrà raggiunto in maniera più “morbida”, c’è chi si dichiara scettico relativamente a quest’eventualità, sottolineando come il mancato divieto di commercializzazione delle caldaie a gas renderebbe difficilmente controllabile le relative modalità di utilizzo.
Un’eventualità che eviterebbe tale problema, al momento del tutto ipotetica, potrebbe essere un’applicazione della norma simile a quella attuata nell’ambito della cosiddetta Direttiva Case Green che, pur vietando l’utilizzo di sistemi di riscaldamento a combustibili fossili, rende comunque possibile il ricorso ai sistemi ibridi.
Si potrebbe dunque immaginare che nel 2029 il divieto di vendita di caldaie a gas possa effettivamente divenire attivo, con l’eccezione delle caldaie in grado di funzionare con gas verdi.
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