Con l’avvento della Direttiva Case Green, l’installazione di caldaie alimentate a combustibili fossili non può più essere coperta da incentivi fiscali, di qualsiasi tipologia essi siano.
Questo, è utile sottolinearlo, non riguarda solo le nuove installazioni, ma anche quelle effettuate in sostituzione di impianti più vecchi: anche laddove i nuovi modelli installati siano più performanti, nessun incentivo è fruibile laddove si tratti, appunto, di caldaie alimentate a combustibili fossili.
Esattamente, la Direttiva Case Green specifica che, a non poter essere più coperte da incentivi fiscali, sono le cosiddette caldaie uniche, ovvero quelle non collegate con un altro generatore di calore che utilizza energia da fonti rinnovabili e che produce una quantità rilevante di energia totale in uscita dal sistema combinato.
Possono ancora essere oggetto di incentivo i sistemi ibridi che combinano pompa di calore e caldaia a condensazione, generatori biomassa, microcogeneratori e pompe di calore ad assorbimento a gas.
Anche le caldaie ibride possono continuare ad essere oggetto di incentivo, ma solo a condizione che il funzionamento in modalità ibrida sia garantito e verificabile.
Per quanto riguarda, invece, i tetti temporali, l’incentivo delle caldaie uniche alimentate con combustibili fossili non è più possibile, in Italia come anche in tutti i Paesi membri, dal 1° gennaio 2025.
L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, ha chiarito che restano detraibili le spese effettuate entro il 31 dicembre 2024 anche nel caso in cui l’installazione dell’impianto avvenga nel 2025.
Per quanto riguarda in modo specifico il Superbonus, inoltre, è necessario, oltre a quanto appena detto, che la CILA (comunicazione di inizio lavori asseverata), o in alternativa la richiesta del titolo abitativo per demolizione e ricostruzione, sia stata presentata entro il 31 dicembre 2024.
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