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Riqualificazione degli impianti e fruizione del Superbonus 110%: cosa c’è da sapere

Se si ha intenzione di riqualificare i propri impianti, di cosa è possibile usufruire in relazione al Superbonus 110?

Il Superbonus 110% è una misura che ha suscitato subito un grande interesse e che, dal punto di vista economico, è oggettivamente molto conveniente, si tratta dunque di un’opportunità che merita di essere colta senza esitazioni.

In molti si chiedono se quest’incentivo possa essere l’occasione ideale per riqualificare i propri impianti, e da questo punto di vista è necessario specificare diverse casistiche.

Superbonus 110%: interventi trainanti

Anzitutto, Superbonus 110% può essere assolutamente colto per la sostituzione degli impianti di climatizzazione, da intendersi sia come impianti di riscaldamento che di raffrescamento, con pompe di calore reversibili, inclusi quelli per la produzione di acqua calda sanitaria; il bonus, ovviamente, è fruibile se si procede all’installazione di varianti moderne ed efficienti.

Quelli in questione rientrano nella categoria dei cosiddetti interventi trainanti, ciò significa che possono essere coperti dall’incentivo in qualsiasi caso, ovvero senza dover essere associati a interventi di diversa tipologia.

I massimali, in questo caso, sono fissati in 30.000 euro per gli edifici unifamiliari e in 20.000 euro per il numero di unità abitative che contraddistingue l’edificio, con una quota inferiore, ovvero 15.000 euro, se le unità sono oltre 8.

Gli interventi trainati per il Superbonus 110%

Anche impianti inerenti il fotovoltaico e il solare termico possono essere coperti da Superbonus 110%, in questo caso si tratta tuttavia di interventi trainati, che devono quindi essere necessariamente associati ad interventi trainanti.

Quanto ai massimali, essi ammontano a 48.000 euro per l’acquisto e l’installazione di impianti fotovoltaici, con ulteriori tetti di 2.400 euro per kWh installato e 20 kW di potenza massima.

Per i sistemi di accumulo il massimale è di 1.000 euro per ogni kWh, per l’installazione di collettori solari dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria, invece, non si possono superare i 60.000 euro.

Gestione da remoto ed esclusioni dall’ecobonus

Per quanto riguarda i sempre più gettonati dispositivi di controllo da remoto, c’è da fare una distinzione di carattere temporale: prima del 6 ottobre, infatti, non era previsto alcun massimale, oggi invece vige un tetto massimo di 15.000 euro.

Rimangono invece del tutto esclusi dalla fruizione del Superbonus 110%, o almeno per il momento, gli impianti di ventilazione meccanica.

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